Un Rom commendatore, Santino Spinelli, Mattarella fa un primo passo

Per la prima volta in Italia un rom è stato insignito dal presidente della Repubblica dell’onorificenza di Commendatore.

E’ successo a Santino Spinelli, residente in Abruzzo a Lanciano e noto in arte come Alexian: musicista, musicologo, docente, autore di libri sulla storia e cultura dei rom e sinti, fondatore nel 2008 dell’Orchestra Europea per la Pace, composta da 35 musicisti e 26 coristi, e direttore dell’orchestra Alexian Group. 

Fondata nel ’90, quest’ultima è composta non solo da suoi familiari, può arrivare a 15 membri, e spesso collabora e si esibisce con l’Europea. La parte dell’orchestra che dialoga costantemente con Alexian Group si chiama Ensemble e propone la musica romanì tradizionale che  viene sorretta e ampliata dall’Orchestra.

Si spera che la nomina decisa dal presidente Mattarella sia il primo dei riconoscimenti che gli sono stati chiesti negli ultimi due anni:
– l’inserimento nella Giornata della Memoria anche del genocidio nazista che ha massacrato tra i 500 mila e i 2 milioni di rom e sinti, cioè di romanès, genocidio il cui nome nella loro lingua è Samudaripen o anche Porrajmos;
– la realizzazione anche in Italia di un Memoriale per ricordare tale genocidio, così come hanno già fatto i tedeschi nel 2012 a Berlino non lontano dal Memoriale che ricorda la Shoà;
– la nomina di Spinelli a senatore a vita per altissimi meriti sociali, visto che da decenni si dedica in modo infaticabile, e a proprie spese, a diffondere la memoria del Samudaripen/Porrajmos in Italia come all’estero e a diffondere la cultura della pace anche con l’apposita Orchestra Europea.

Invitato dal cancelliere tedesco Angela Merkel all’inaugurazione del Memoriale di Berlino avvenuta il 24 ottobre 2012, Spinelli ha lanciato una raccolta di offerte di privati per realizzare il primo e finora unico monumento italiano, inaugurato il 5 ottobre 2018 nel Parco delle Memorie di Lanciano, che ricorda il Samudaripen.

L’anno scorso Spinelli ha realizzato un documentario, che ripercorre il cammino fatto da coloro che sono partiti dall’India mille anni fa per sfuggire alle persecuzioni e sono arrivati in Europa e in Italia diventando noti come gitani, “zingari”, e oggi finalmente come rom, sinti, ecc., nomi delle loro singole etnie. 

Dei circa 170 mila romanès italiani, 70 mila sono sfruttati e tenuti nei campi nomadi, dei quali ho chiesto la chiusura, che arricchiscono chi li gestisce e chi li ha voluti.  

Gli altri sono tutti stanziali e presenti in molte professioni e attività lavorative di tutto rispetto.

Nel mondo hanno origini romanès personaggi famosissimi come Charlie Chaplin, Marilyn Monroe, Elvis Presley, Django Reinhart, il Nobel per la medicina del 1920, il danese Schack August Steenberg Krogh, un presidente della Repubblica del Brasile, il calciatore Ibrahimovic. In Italia, la stilista Concetta Sarachelli, promessa del made in Italy nota come Sara Cetty, attori, assicuratori, calciatori, operai, dipendenti comunali, vigili urbani, ragionieri di banca, infermieri, operatori circensi, giostrai, registi, insegnanti, albergatori, ristoratori, commercianti, ecc.

Ed ecco l’intervista a Santino Spinelli
– Quale è stata la sua reazione quando ha saputo della nomina a Commendatore?

Molta emozione e al contempo molta soddisfazione.

– Lei è il primo dei rom italiani a ricevere una tale nomina?

Sì. 

– Quante volte il presidente Sergio Mattarella l’ha invitata al Quirinale per il Giorno della Memoria e citando esplicitamente il Samudaripen? 

Ho ricevuto 5 inviti da parte del Capo dello Stato per la Cerimonia della Giornata della Memoria al Quirinale. 

– Oltre a lei il presidente ha invitato i suoi figli, mi pare. Quando? 

Due anni fa è stato invitato mio figlio Gennaro,  lo scorso anno mia figlia Giulia e quest’anno mia figlia Evedise. 

– È Mattarella che li invita o è lei che riceve l’invito e lo passa ai suoi figli?

È lo staff del Quirinale che organizza l’evento e li invita come giovani eccellenze rom.

– Mattarella non doveva riceverla per avere da lei la Carta dei Rom? 

Attendiamo sviluppi.

– Tale Carta è stata definita?

 Sì.

In quali occasioni e da chi?

Nel 2018 in occasione dell’inaugurazione del Monumento al Samudaripe di Lanciano ci fu un Convegno Internazionale all’Università di Chieti con molti relatori, intellettuali rom e attivisti.

– Ce la può illustrare?

Si chiede in pratica il riconoscimento del Samudaripen dei rom e sinti e il suo inserimento nella legge del luglio 2000 che ha istituito La Giornata della Memoria, dalla quale il nostro  Samudaripen è ingiustamente escluso. Inoltre chiediamo il riconoscimento dell’esistenza della nostra minoranza, che ha cultura e usanze proprie. La nostra musica ha dato non poco alla musica europea, e l’uso dei grandi orecchini rotondi proviene per esempio dalle usanze delle nostre donne.

– Che fine ha fatto l’appello a  lanciato con il professor Ariel Toaff e l’artista Moni Ovadia perché in Italia il Samudaripen sia appunto inserito a pieno titolo nella Giornata della Memoria?  E perché venga finalmente creato il Memoriale del Samudaripen come già avvenuto in Germania.

Sta seguendo il suo iter. Sono moltissime le persone che hanno sottoscritto questa petizione presso la Segreteria del Quirinale. Invito chi volesse farlo ad inoltrare la richiesta. 

– L’appello chiedeva anche la sua nomina a senatore a vita, dato che oltre a essere la memoria storica della popolazione romanì non solo italiani lei è impegnato da molti anni a documentare e pubblicizzare nell’intera Europa e anche altrove la cultura delle comunità romanès e a ricordare che è purtroppo esistito anche il Samudaripen.

Si, la petizione contempla anche questa proposta. Sarebbe giusto che accanto alla Shoah venga riconosciuto anche il Samudaripen. I rom, i sinti e gli ebrei furono perseguitati dai nazi-fascisti per motivi razziali. Passarono per le stesse camera a gas, per gli stessi camini, negli stessi lager e trucidati dalla stessa mano nazifascista. Sarebbe giusto che ci fosse il riconoscimento del Samudaripen. È un dato storico ineccepibile e ultradocumentato.

– Quante firme avete raccolto per quell’appello?

Certamente tante. Arrivano direttamente al Presidente Mattarella e alla sua Segreteria.

– Firme di prestigio? Per esempio quella della senatrice a vita Liliana Segre, che aveva inviato una sua lettera appassionata quando è stato inaugurato il monumento a Lanciano e che ho pubblicamente invitato ad aderire con un apposito articolo appello.

Non ho questo tipo di informazione poiché le firme arrivano al Quirinale. 

– Che effetto le fa, da italiano, vedere che la Germania ha riconosciuto e realizzato da qualche anno ciò che in Italia si continua invece a voler colpevolmente ignorare?

Certamente mi rattrista. È giunta l’ora di riconoscere il genocidio di vittime innocenti, esseri umani trucidati per la loro appartenenza etnica in una Europa progredita di cuo facevano parte da secoli. 

– Questa nomina a commendatore può essere il primo passo in vista degli altri doverosi riconoscimenti?

Me lo auguro. Sarebbe auspicabile per una questione di giustizia e di memoria storica. 

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